Il 4 maggio è arrivato: si torna a pedalare!

Oggi per tutti gli atleti del gruppo Work Service riprendono gli allenamenti tra sogni da inseguire e progetti da portare a compimento; manca ancora la data per il ritorno alle gare, Levorato: “Responsabilità e attenzione sono necessari ma speriamo di riprendere la stagione 2020; altrimenti si inizi subito a pensare al 2021”

Era il 10 marzo scorso quando dal quartier generale di Padova era arrivato lo stop a tutte le attività dei team Work Service Romagnano e Work Service Dynatek Vega. Una scelta coraggiosa, quella assunta di comune accordo dai presidenti Demetrio Iommi, Renato Marin e Massimo Levorato che aveva anticipato di qualche giorno il lockdown per l’intero Paese.

“Con quella decisione abbiamo tutelato la salute dei nostri ragazzi e di tutto il nostro staff. Era un’azione doverosa di fronte alle notizie sempre più preoccupanti che ci arrivavano dal fronte del Coronavirus” ha osservato il presidente della Vega Prefabbricati, Demetrio Iommi.

“Fermarci quando ancora non era necessario è stato un atto di grande responsabilità anche nei confronti di tutti gli operatori sanitari che in questi mesi sono stati costretti a fare degli autentici sacrifici per salvare la vita a tante persone. In questi casi lo sport passa in secondo piano e deve dare per primo il buon esempio” ha aggiunto il presidente della Us Fausto Coppi Gazzera Videa, Renato Marin.

Oggi, però, è giunto il momento di tornare a pedalare su strada, all’aria aperta e, per i team griffati Work Service, di programmare il proprio futuro. A trainare l’intero gruppo c’è patron Massimo Levorato che con Work Service Group, anche durante il lockdown, è sempre stato in prima linea continuando a fornire i servizi essenziali legati al mondo della logistica: “Sono stati 55 giorni durissimi nei quali come azienda, pur osservando le misure di sicurezza, non ci siamo mai fermati per garantire ai nostri clienti il nostro supporto. Da oggi si torna ad una normalità parziale e, di questa nuova realtà, fanno parte anche i 40 ragazzi che compongono la rosa dei nostri due team. Se in gara questi atleti sono da esempio per tutti noi per l’impegno e la dedizione che sanno esprimere in sella alle due ruote, oggi il loro ritorno agli allenamenti su strada è un segnale di speranza per tutti noi” ha spiegato Massimo Levorato. “Da oggi, però, si apre anche una seconda fase che ci obbliga a pensare e programmare il futuro con responsabilità e lungimiranza: bene che si torni a pedalare e si riprendano gli allenamenti in forma individuale ma è necessario poter dare a questi corridori e alle loro famiglie alcune certezze. Per questo attraverso i nostri tecnici abbiamo chiesto alla Federazione di individuare con i Ministeri competenti delle forme e delle date certe entro cui si possa tornare a gareggiare, in sicurezza, in questo 2020. Se ciò non dovesse essere oggettivamente possibile chiediamo che si decida subito di chiudere anticipatamente la stagione in corso così da permettere di programmare da subito, al meglio, il 2021. Un anno nel quale serviranno delle generose misure di sostegno al mondo dello sport e del ciclismo in particolare”.

Responsabilità, serenità, sicurezza ma anche necessità di programmare e ripartire: queste le esigenze del pedale italiano messe in evidenza dal numero uno della formazione continental Work Service Dynatek Vega e di quella juniores Work Service Romagnano per tutelare i propri giovani atleti. Parole che hanno incontrato la piena adesione dei direttori sportivi a partire da Matteo Berti, responsabile del team juniores: “Con i nostri ragazzi avevamo intrapreso un percorso di crescita graduale che consentisse loro di mettersi in luce in questo 2020: a causa del lockdown il nostro lavoro non ha potuto proseguire come avevamo previsto. Anche per questo ho espresso sin da subito il mio favore al congelamento delle categorie per un anno, per consentire a questi giovani atleti di avere un altro anno a disposizione per affrontare un passaggio che sarà fondamentale nella loro crescita umana ed atletica”.

Un punto di vista condiviso anche da Biagio Conte ed Emilio Mistichelli, guide esperte della formazione continental: “Nel corso dell’inverno avevamo lavorato molto per preparare una stagione che ci vedeva protagonisti di un importante salto di qualità. Questo è il primo anno del nostro team tra i professionisti e il debutto in spagna alla Challenge Mallorca e in Italia al Trofeo Laigueglia faceva ben sperare. Purtroppo però tutto è stato interrotto e ora rischiamo di essere in balia degli eventi se non sarà stabilito quanto prima un calendario e dei criteri per il ritorno alle gare. Del nostro team fanno parte alcuni giovani ragazzi molto promettenti e altri più maturi che sono alla ricerca della completa affermazione in campo professionistico: un intero anno senza attività rischia di mettere la parola fine alle ambizioni di tanti ragazzi”.

Si torna dunque a pedalare con il sorriso sulle labbra anche se i punti interrogativi all’orizzonte restano ancora numerosi: nodi da sciogliere al più presto per ridare serenità all’intero mondo del pedale.

QUARANTENA ATTIVA – In questi 55 giorni di quarantena i ragazzi del gruppo Work Service non sono certo rimasti alla finestra. In molti hanno preso parte oltre che alle iniziative benefiche, anche alle diverse competizioni virtuali che si sono succedute di settimana in settimana. Da segnalare che Paolo Totò ha chiuso in sesta posizione nella Spring Challenge riservata ai professionisti: una competizione che lo ha visto misurarsi con campioni del calibro di Filippo Ganna, Alberto Bettiol, Alessandro De Marchi, Domenico Pozzovivo e tanti altri protagonisti del mondo World Tour. Nella Spring Challenge riservata agli juniores, buono il comportamento di Alex Tappeiner che ha strappato un promettente dodicesimo posto.

Oltre agli allenamenti in casa e alle gare virtuali, cinque ragazzi hanno iniziato a seguire anche il corso virtuale promosso dalla FCI che consentirà loro di ottenere l’abilitazione da direttore sportivo di primo livello: si tratta degli juniores Mattia Garzara e Christian Pase e dei più esperti Federico Burchio, Dario Puccioni e Antonio Santoro.

“Abbiamo colto al volo questa occasione perchè il ciclismo fa parte ormai del nostro DNA e, guardando al futuro ci piacerebbe continuare a rimanere nell’ambiente ciclistico per trasmettere anche ai più giovani quanto abbiamo imparato sulla strada” ha spiegato al riguardo Dario Puccioni.

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