Ecco la Tirreno-Adriatico. Maestri: “Questa, la corsa più dura”

C’è un modo per conoscere la grandezza di una corsa: guardare il suo albo d’oro. Scoprire chi l’ha vinta nel passato, scorrere a trovare i nomi dei più grandi campioni che sono stati capaci di scrivere le pagine di storia più belle di questo sport.

E se si fa così, se si scorre l’albo d’oro della Tirreno-Adriatico, ci si accorge che abbiamo a che fare con una delle corse più grandi. Da Pogacar a Nibali, da Cadel Evans al nostro Alberto Contador, da Bettini a Saronni, da Moser a De Vlaeminck. E allora è facile emozionarsi, in una vigilia così: domani da Lido di Camaiore la cinquantasettesima edizione della Corsa dei due Mari, la EOLO-KOMETA è pronta a esserci per provare a lasciare il segno.

E per presentare una corsa così, la cosa migliore che potessimo fare era fare una chiacchierata con chi la conosce bene. Mirco Maestri ha un feeling particolare con la Tirreno-Adriatico: nel 2017 ha sfiorato la vittoria nella classifica a punti (vinse un certo Sagan…), nell’edizione del 2019 ha invece centrato l’impresa di portarsi a casa la maglia arancione. “Diciamo – racconta – che questa corsa mi è sempre piaciuta, ed è qui che ho fatto la mia impresa più bella: tornare a correrla, per ora, è la prima vittoria: al Laigueglia ho festeggiato il ritorno a una corsa italiana dopo due anni e mezzo, ora festeggerò il ritorno a una corsa World Tour, sempre dopo due anni e mezzo. Questa sarà la mia terza Tirreno-Adriatico: nelle altre due partecipazioni è sempre andata bene, sono contentissimo di essere qui e per questo ringrazio la squadra”.

Che corsa è, questa?
Quando sono passato professionista Sonny Colbrelli, che mi aveva preso sotto la sua ala protettiva e mi faceva da chioccia, mi ha diceva sempre: “Vedrai. Se farai una Tirreno ti accorgerai che sarà la corsa più bella e più dura del calendario. Perché ci sono tutti i campioni, tutti vogliono vincere, e si vola”. Aveva ragione.

Che effetto fa correrla con la maglia della EOLO-KOMETA?
Ha un sapore particolare. Sono al primo anno con questa squadra, e avere l’opportunità di fare una corsa così significa che c’è fiducia in me e questa cosa è davvero molto importante. Sono emozionato, davvero. Ho già ringraziato la squadra?

Sì.
Lo faccio di nuovo. Grazie.

Come arriva a questa corsa la EOLO-KOMETA?
Vedo i miei compagni che stanno molto bene. Fortunato sta pedalando benissimo e sta crescendo ogni giorni, abbiamo un Lonardi in forma e Albanese che sta facendo grandi cose: ieri alle Strade Bianche è stato bravissimo. Abbiamo dimostrato una cosa, finora: corriamo come una squadra. E in una corsa come questa è fondamentale, perché insieme possiamo fare grandi cose mentre da soli non andiamo da nessuna parte.

“Correre con i grandi aiuta a diventare grandi”. Di chi è questa frase?
Di Ivan Basso, ce lo ripete sempre e ha perfettamente ragione. Quando sei in mezzo ai più forti, per forza di cose, sei costretto ad andare più forte perché è vietato adagiarsi: e questo vale nelle corse in bici, ma anche nella vita.

Quindi, ci aspettano sette giorni di fuoco…
Siamo pronti: negli ultimi giorni ho avuto qualche piccolo imprevisto di salute ma la squadra mi ha aspettato e anche questo è un segnale di grande fiducia. Sarà difficile lottare per la classifica a punti perché ci saranno pochi traguardi volanti e tutti vicini all’arrivo, però ho voglia di lottare per me e per la squadra.

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