Al Tour of the Alps la missione sicurezza non si ferma mai

Il Safety Plan della corsa a tappe Euroregionale è stato ulteriormente rafforzato e implementato in vista della 47.ma edizione. “Gli organizzatori hanno una responsabilità importante: il nostro impegno è alzare l’asticella anno dopo anno”

Se c’è un argomento all’ordine del giorno ad ogni latitudine del ciclismo mondiale, è senza dubbio quello della sicurezza in gara. L’inizio della stagione 2024 ha evidenziato infatti un numero di incidenti in corsa senza precedenti: cadute che hanno lasciato il segno anche su alcuni dei più grandi nomi del ciclismo mondiale, e che mettono alle corde le rispettive squadre, costrette spesso a rivedere le proprie scelte tecniche di breve e lungo periodo.

 

In programma dal 15 al 19, il Tour of the Alps arriva quindi in un momento particolarmente delicato, non solo perché alle porte del primo Grande Giro dell’anno, ma anche perché sulla scia di un ultimo mese ricco di episodi di corsa con serie conseguenze. Quella della sicurezza è, tuttavia, una missione che il GS Alto Garda, società organizzatrice del Tour of the Alps, ha intrapreso con convinzione e responsabilità già da molte edizioni, riuscendo ogni anno ad elevare ulteriormente l’asticella e gli standard a tutela degli atleti in gara.

 

I responsabili tecnici del Tour of the Alps lavorano sui percorsi dell’Euregio praticamente tutto l’anno, con un monitoraggio costante e periodico delle strade che accoglieranno la carovana. L’ultima ricognizione è storia di una settimana fa, proprio a ridosso della 47.sima edizione in ormai alle porte.

 

Un lavoro intenso e stratificato, il cui risultato non è solo la presa in carico e la soluzione – in sinergia con le autorità locali e i comitati di tappa – di tutte le criticità ovviabili, a cominciare da situazioni di fondo stradale, ostacoli e arredamento urbano, ma anche la mappatura dei passaggi più delicati e tecnici, i cosiddetti hotspot, riportati in una guida tecnica ogni anno più dettagliata – quest’anno arricchita anche da contributi video fruibili via QR code – apprezzata sia dalle squadre che dagli ufficiali di gara.

Nelle giornate di gara, il Safety Team del Tour of the Alps opera in due diversi nuclei: il primo anticipa la corsa di circa un’ora, posizionando i dispositivi di protezione sui punti monitorati e mappati del percorso e su eventuali emergenze del momento dovute al meteo. Al secondo team, posizionato in coda alla carovana, spetta invece il compito di rimuovere le protezioni al transito del veicolo di fine corsa, ripristinando la situazione di piena normalità appena il traffico viene riaperto.

 

“Il ciclismo è cambiato molto nelle ultime stagioni, non solo nelle andature ma nelle stesse dinamiche di corsa,” spiega il General Manager del Tour of the Alps Maurizio Evangelista, “e proprio gli ultimi eventi dimostrano come un approccio standard al tema non sia, realisticamente, più sufficiente. Quest’anno il nostro staff tecnico ha effettuato ben sei sopralluoghi, e crediamo questo tipo di impegno sia indispensabile per garantire ad atleti e squadre che scelgono di disputare il Tour of the Alps il livello che ormai si attendono da noi.”

 

Oltre alle squadre operative del Safety Team, al puntuale e prezioso spiegamento di forze della Polizia Stradale, sia italiana che austriaca, e alle 30 motostaffette impegnate sui percorsi, è parte del piano sicurezza del Tour of the Alps anche il Servizio Corse di Vittoria, che con velocità e professionalità fornirà anche nel 2024 l’assistenza tecnica neutrale ai corridori.

 

Ben due organizzazioni di gare Internazionali UCI saranno presenti al Tour of the Alps per esaminarne organizzazione e funzionamento, sul piano della sicurezza e non soltanto: “Siamo particolarmente contenti di poter accogliere gli organizzatori del Czech Tour e del CRO Tour spiega Evangelista. “Negli anni, il nostro team organizzativo ha sfruttato ogni occasione per capire e studiare i migliori riferimenti a livello internazionale, lavorando nel contempo per implementare soluzioni originali e innovative, che oggi sono riconosciute come parte di una nostra identità.

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