Le Olimpiadi sono finite, anche noi abbiamo gioito sul divano, impotenti perché ormai vecchi.
C’è euforia , ma nello sport rimangono i problemi seri da risolvere non con le in-dignazioni o le commiserazioni o, peggio, i scaricabarile o i fatalismi o, semplice-mente i pii propositi o la ricerca dei limiti di propria competenza per giustificare la inerzia. Mi riferisco al problema della sicurezza fisica dei corridori ciclisti su cui scrissi poco tempo fa le lettere che qui allego in seguito. Tornate le corse, sono tornate le cadute rovinose. Ho letto la bella intervista di DeMarchi rilasciata al giornalista Battistuzzi su Il Foglio. Dopo l’ennesima caduta al Tour i corridori avrebbero chiesto un colloquio con rappresentanti del’UCI, dell’organizzazione, ma sappiamo come vanno queste cose,con quel tipo di interlocutori , “lo spettacolo deve comunque continuare”, nessun provvedimento decisivo. Immagino che i corridori critici non siano ben visti nemmeno dalle loro squadre.
Nonostante molto si debba ancora fare da parte degli organizzatori delle gare, forse alcune cadute non si potranno evitare del tutto: l’importante è evitare le rovinose conseguenze fisiche sul corpo degli atleti, mediante tutte le protezioni corporee che l’industria proporrà a vantaggio anche di tutti i tipi di ciclisti
Occorre quindi un vasto movimento di sensibilizzazione e protesta da parte dei massmedia e del pubblico in generale che costringa i responsabili del mondo del ciclismo ad agire per la sicurezza(sia percorsi sia protezioni fisiche) Io, che non conto niente, comincio a farlo con questo appello. Altri lo facciano , senza timidezze fino ad ottenere risultati evidenti, con la loro autorevolezza.
GIUSEPPE DEL ZOTTO